sabato 7 aprile 2012

Tiziano Terzani sulla guerra: Afghanistan, Iraq e Stati Uniti


Iraq: il lamento e il tormento.
That isn't a wargame!

Dal 1983 gli Stati Uniti hanno bombardato nel Medio Oriente paesi come il Libano, la Libia, l'Iran e l'Iraq. Dal 1991 l'embargo imposto dagli Stati Uniti all'Iraq di Saddam Hussein dopo la guerra del Golfo ha fatto, secondo stime americane, circa mezzo milione di morti, molti dei quali bambini, a causa della malnutrizione. Cinquantamila morti all'anno sono uno stillicidio che certo genera in Iraq e in chi si identifica con l'Iraq una rabbia simile a quella che l'ecatombe di New York ha generato nell'America […] Quel che tutti sanno invece è che le bombe, le bombe che giorno e notte distruggono, uccidono e scuotono la terra come in un costante terremoto, le bombe sganciate dagli aerei d'argento che piroettano nel cielo di lapislazzulo dell'Afghanistan, sono bombe inglesi e americane, e questo coagula l'odio dei pasthtun, degli afghani e più in generale dei musulmani contro gli stranieri. […] Aspettava solo che gli americani scendessero dai loro aerei e si facessero vedere al suolo, “Se non smettono di bombardare costituiremo piccolo squadre di uomini che andranno a mettere bombe e a piantare la bandiera dell'Islam in America. […] Le vittime di questa guerra non sono soltanto quelle già morte sotto le bombe, ma quelle che moriranno nei prossimi mesi perché le bombe e le mine americane hanno ridotto ulteriormente le già ridottissime aree coltivabili.

da Lettere contro la guerra
di Tiziano Terzani
TEA 2004


                                  
 L'Iraq devastato e martoriato prima dal cielo e poi a terra. I piloti americani si trovano davanti ad una specie di wargame che li deresponsabilizza. Gli attentati come reazione allo strapotere tecnologico di un esercito ricco che detta legge ovunque abbia interessi economici o strategici. La guerra portata a fare stragi di civili incolpevoli e, per la maggior parte, ignari di chi fossero gli americani finché non li hanno conosciuti attraverso i bombardamenti dall'Afghanistan all'Iraq. 
 

venerdì 6 aprile 2012

Beckett e Proust sulla conoscenza


S.Beckett, attraverso la sua lettura di Proust, ci parla di noi e del nostro rapporto con il mondo esteriore.


Noi siamo soli. Non possiamo conoscere e non possiamo essere conosciuti. “L'uomo è una creatura che non può uscire da se stessa, che conosce gli altri solamente in se stesso e che , se afferma il contrario, mente”.

in Proust
di S.Beckett


Il personale modo di guardare è determinato dall'essere la risultante di un passato di scelte, frutto del caso ma allo stesso tempo obbligate, di cui ci siamo alimentati. Anche non sceglere è una scelta.

martedì 3 aprile 2012

A Roma sul Gianicolo si combatteva...

                             

A Roma sul Gianicolo nel 1849 ci si batteva e si moriva per la repubblica negli stessi luoghi che oggi possiamo frequentare spensierati nei momenti liberi. L'Italia ormai è qualcosa di scontato e ci si potrebbe dimenticare che è il frutto della solidarietà e del sacrificio di tanta gente comune spinta da forti ideali. Le gite fatte nell'alone della rievocazione storica lasciano suggestioni più durature e contribuiscono alla formazione di una coscienza civile.

Tanto di più troverete sul sito dedicato a Roma e G.G.Belli raggiungibile dalla barra di naviazione presente in questo blog.



lunedì 2 aprile 2012

Tolstoj L. e l'utilizzatore finale delle escort


Ma ecco che un compagno di mio fratello, uno studente buontempone, il cosiddetto bravo ragazzo, e cioè il più grande mascalzone, che ci aveva già insegnato a bere e a giocare a carte, dopo una forte bevuta ci persuase ad andare “là”. Ci andammo. Anche mio fratello era ancora vergine e cadde in quella stessa notte. […] Non avevo mai sentito dire dai “grandi” che ciò che facevo fosse male. E non lo si sentirà mai dire neanche oggi. È vero, è scritto nei comandamenti, ma è anche vero che i comandamenti servono solo per rispondere al sacerdote durante l'esame di religione, e che in pratica non servono poi molto […] aver rovinato per sempre i miei rapporti con la donna. Sì, qualsiasi rapporto naturale, semplice, con una donna, era perduto per sempre. Da allora non ebbi più un rapporto pulito con una donna, né avrei potuto averlo. Ero diventato quello che si chiamerebbe un fornicatore, ed essere fornicatore è una stato fisico, analogo a quello del morfinomane, dell'alcolizzato, del fumatore. […] Dal suo modo di guardare, di osservare una fanciulla, si può immediatamente riconoscere il fornicatore.


da Sonata a Kreutzer
di Lev N.Tolstoj
Mondadori 1993


Al di là di ogni giudizio morale su personaggi particolarmente noti, spacciare come normalità l'utilizzare le cosiddette escort può diffondere l'idea unica della donna-oggetto da usare per soddisfare il proprio piacere o da guardare per il suo possibile utilizzo sessuale?
L' atteggiamento psicologico dell'utilizzatore finale può essere considerato come quello di chi considera la escort un essere inferiore di cui si può fare ciò che si vuole?
L'avere rapporti con le escort può portare ad assumere un particolare atteggiamento con la propria moglie o compagna?
Come l'uomo riesce a differenziarsi dalla bestia?


Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è puramente casuale.