martedì 19 novembre 2013

Google glass, per essere meglio eterodiretti?


Finalmente non dovremo più decidere cosa ci colpisce di quanto abbiamo davanti agli occhi! C'è chi decide per noi!
Non avremo più il tempo di immaginare il viso contento di chi potrebbe ricevere un regalo perché prima si visualizzerà prezzo e caratteristiche di quanto esposto in vetrina, magari con i giudizi dei precedenti compratori.
L'aura (non l'aria) di un'opera d'arte non prenderà corpo perché preceduta dalla comparsa dei dati storici.
Non potremo esimerci dal rispondere alla e-mail di lavoro che ci si visualizza nel bel mezzo di un momento privato (tutti quelli che hanno avuto un telefono aziendale sanno che non ci sono momenti privati se si ha un mezzo che consenta i contatti di lavoro).
Senza andare troppo indietro nel tempo: la TV ha stabilito cosa fare in determinate ore, i social network come relazionarsi con gli altri, lo smartphone in che modo vivere un evento e ora questi occhiali ci suggeriscono cosa considerare in ciò che ci sta davanti e, di conseguenza, quali pensieri avere.
Si inizia con il volere apparire al passo con i tempi e poi ci si impigrisce nell'uso passivo dello strumento, come per gli ascensori usati per abitudine.