giovedì 16 luglio 2020

Trilussa e il Fascismo: "L'Eco" poesia in romanesco - testo con note storiche - Storia d'Italia


La grande parata militare in Via dell'Impero per la celebrazione della Festa dello Statuto
Giornale Luce B0901 del 10/06/1936

Trilussa e il Fascismo

L'Eco
Ve ricordate l'Eco
che passava la notte
sotto l'arcate rotte
der vicoletto ceco?
Doppo l'urtimi sfratti
fu l'Eco che rimase
ner vóto de le case
a piagne co' li gatti:
finché, persa la voce,
restò disoccupato
ner vicolo sbarrato
da du' palanche in croce.

Ma er giorno ch'er piccone
spianò le catapecchie,
l'Eco appizzò l'orecchie,
scappò da la priggione.
E in mezzo a quer via-vai
de carri e de cariole
in un mare de sole
che nun finiva mai,
s'intese più leggero
e corse a fa' le gare
appresso a le fanfare
su la via de l'Impero.

Allora solamente
capì che ne la vita
senza una via d'uscita
nun se combina gnente.

(1936)

L'Eco delle masse plaudenti alle manifestazioni del regime si sostituisce a quello della vita della povera gente ora “deportata” lontano dal Centro. Demolizioni e ricostruzione di un nuovo spazio in cui solo facendo Eco al regime si riesce a non avere problemi e combinare qualcosa.
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La trasformazione urbanistica che ha dato luogo a via dei Fori Imperiali fu realizzata tra il 1931 e il 1933 annientando quella straordinaria parte della città papale stratificatisi nel Medioevo e nel Rinascimento sui resti dei Fori Imperiali di cui riproponeva la continuità ora spezzata dall'arteria.
Nel 1925/1926 si decide la demolizione dell'intera zona tra il Colosseo e piazza Venezia. I lavori, iniziati nell'agosto 1931, procedettero velocemente, senza badare a esigenze scientifiche di documentazione e stratigrafia, in vista dell'inaugurazione, che fu solo parziale, per il decennale della marcia su Roma per il 21/04/33.

Gravissime furono le conseguenze per il patrimonio storico, artistico, architettonico e ambientale: sacrificio di chiese e palazzi, monumenti superstiti rimasti avulsi da contesto originario, danni irreparabili al sottosuolo archeologico. Nel 1934 ci furono ulteriori demolizioni allo sbocco di via Cavour.
Viene usata per la prima volta la parola "borgata", termine usato in senso dispregiativo per un'area che non ha né la dignità di un quartiere né una dimensione rurale, quando gli abitanti del Foro di Cesare e del Foro di Traiano vengono "deportati" nella zona malarica di Acilia a 15 km da Roma. Borgate, alienate e alienanti su terreni insalubri, sono sorte durante il Fascismo tra il 1924 e il 1937 in seguito alle demolizioni delle costruzioni del Centro per riportare l'Urbe alle vestigia imperiali.
Alloggi costruiti velocemente con materiali scadenti, distanti dalla città e mal collegati, terra di confine fatta di lunghe file di palazzi per i reietti.
Borgate
Donna Olimpia: il primo "grattacielo"(9 piani) terminato nel 1932 in aperta campagna tra terreni fangosi e incolti nella Valle dei Canneti. Strade sterrate e buie, fogne che formano acquitrini maleodoranti, servizi pubblici quasi assenti. (Pasolini descriverà i giovani degli anni '50 provenienti da questo ambiente in “Ragazzi di vita”).
Garbatella: nel 1928 vengono costruiti "dormitori pubblici" con servizi in comune dove vengono "deportati" gli sfollati degli sventramenti di Bocca della Verità, largo Argentina, via Barberini, Campidoglio, Teatro Marcello, Spina di Borgo. Dal 1929 si cerca di dare una parvenza di decoro suddividendo gli spazi e creando abitazioni individuali.
Petralata: estremamente periferica, eretta in fretta senza alcun piano urbanistico nel 1932. Ai primi lunghi fabbricati di uno o due piani, nel 1937 si aggiungono costruzioni a tre o quattro piani.. Costruzioni con materiali scadenti in terreni malsani.
Gordiani: per gli sfollati del centro storico, abitazioni di 16 metri quadri, provviste di una sola finestra e senza sevizi igenici, acqua corrente e spazio per cucinare. Fitta scacchiera di strade sterrate con solo la via principale asfaltata.
 Dopo l'invasione dell'Etiopia iniziata nel 1935 e portata a termine il 1936 , sconfiggendo popolazioni mal armate per mezzo di armamenti pesanti e gas, ci fu la roboante dichiarazione di Mussolini dal balcone di Piazza Venezia"Abbiamo un Impero"

La proclamazione dell'impero: link al video LUCE https://youtu.be/MP--YCyJ1UE