Iraq:
il lamento e il tormento.
That isn't a wargame!
Dal
1983 gli Stati Uniti hanno bombardato nel Medio Oriente paesi come il
Libano, la Libia, l'Iran e l'Iraq. Dal 1991 l'embargo imposto dagli
Stati Uniti all'Iraq di Saddam Hussein dopo la guerra del Golfo ha
fatto, secondo stime americane, circa mezzo milione di morti, molti
dei quali bambini, a causa della malnutrizione. Cinquantamila morti
all'anno sono uno stillicidio che certo genera in Iraq e in chi si
identifica con l'Iraq una rabbia simile a quella che l'ecatombe di
New York ha generato nell'America […] Quel che tutti sanno invece è
che le bombe, le bombe che giorno e notte distruggono, uccidono e
scuotono la terra come in un costante terremoto, le bombe sganciate
dagli aerei d'argento che piroettano nel cielo di lapislazzulo
dell'Afghanistan, sono bombe inglesi e americane, e questo coagula
l'odio dei pasthtun, degli afghani e più in generale dei musulmani
contro gli stranieri. […] Aspettava solo che gli americani
scendessero dai loro aerei e si facessero vedere al suolo, “Se non
smettono di bombardare costituiremo piccolo squadre di uomini che
andranno a mettere bombe e a piantare la bandiera dell'Islam in
America. […] Le vittime di questa guerra non sono soltanto quelle
già morte sotto le bombe, ma quelle che moriranno nei prossimi mesi
perché le bombe e le mine americane hanno ridotto ulteriormente le
già ridottissime aree coltivabili.
da
Lettere contro la guerra
di
Tiziano Terzani
TEA
2004
L'Iraq
devastato e martoriato prima dal cielo e poi a terra. I piloti
americani si trovano davanti ad una specie di wargame che li
deresponsabilizza. Gli attentati come reazione allo strapotere
tecnologico di un esercito ricco che detta legge ovunque abbia
interessi economici o strategici. La guerra portata a fare stragi di
civili incolpevoli e, per la maggior parte, ignari di chi fossero gli
americani finché non li hanno conosciuti attraverso i bombardamenti
dall'Afghanistan all'Iraq.