Nel
febbraio 1993, il Canada era nel mezzo di una catastrofe finanziaria,
o almeno così si sarebbe detto leggendo i giornali e guardando la
tv. «La crisi del debito incombe» titolava a nove colonne il
quotidiano nazionale, il «Globe and Mail». Un programma televisivo
molto seguito riferì che «gli economisti prevedono che nel giro di
un anno, forse due, il viceministro delle Finanze si recherà al
Consiglio dei ministri [...] e annuncerà che il credito del Canada è
esaurito [...] Le nostre vite muteranno radicalmente».
[...]
molto presto, potenti agenzie di Wall Street come Moody's e Standard
and Poor's avrebbero ridotto il nostro rating di credito nazionale
dal suo attuale e perfetto triplo A a qualcosa di molto inferiore.
Quando ciò fosse accaduto, gli investitori, resi liberi dalle nuove
regole della globalizzazione e del libero scambio, avrebbero
semplicemente ritirato i loro soldi dal Canada per portarli in un
luogo più sicuro. L'unica soluzione, ci dissero, era tagliare radicalmente le spese relative a programmi come l'assicurazione per i disoccupati e la sanità. Neanche a dirlo, il partito liberale al governo fece esattamente questo, pur essendo stato eletto poco tempo addietro promettendo di creare posti di lavoro [...]
Due
anni dopo il picco dell'isteria da deficit, la giornalista
investigativa Linda McQuaig mostrò una volta per tutte che l'intera
crisi era stata creata ad arte e manipolata da una manciata di think
tanks finanziati dalle maggiori banche e aziende canadesi,[...]. Il
Canada aveva sì un problema di deficit, che però non era provocato
dalle spese per la previdenza sociale e altri programmi sociali.
[...]
La
McQuaig andò negli uffici centrali di Moody's a Wall Street e parlò
con Vincent Truglia, analista capo incaricato di valutare
l'affidabilità creditizia del Canada. Truglia le disse qualcosa di
sorprendente: che riceveva costanti pressioni da parte di
imprenditori e banchieri canadesi perché dipingesse un quadro molto
negativo delle finanze del Paese, [...]
Era
perché, per la comunità finanziaria canadese, la «crisi del
deficit» era un'arma importante in un'aspra battaglia politica.
Mentre Truglia riceveva quelle strane telefonate, era in preparazione
una massiccia campagna per spingere il governo ad abbassare le tasse
tagliando la spesa per i programmi sociali come la sanità e
l'educazione. Poiché questi programmi sono sostenuti dalla
grandissima maggioranza dei canadesi, l'unico modo per giustificare
quei tagli era dire che l'alternativa era il collasso economico
nazionale - una piena crisi.
Da
SHOCK ECONOMY di Naomi Klein
BUR
edizioni 2010, € 12,00
meditate
gente