martedì 14 febbraio 2012

V.Grossman e A.Kusosawa sulla molteplicità dell'essere


"Adesso egli vedeva nella città ciò che prima non vedeva, quasi avesse traslocato da un piano della vita a un altro. I suoi occhi scoprivano [...] Per un malato cronico esistono in città solo le farmacie e gli ospedali, gli ambulatori e le commissioni di periti di medicina del lavoro. Per l'ubriacone, invece, la città è fatta di mezzi litri di vodka da comperare in tre. Mentre per l'innamorato consiste in lancette di orologi cittadini che segnano l'ora degli appuntamenti, di panchine nei viali, di monete da due copeche per il telefono pubblico."
da Tutto scorre...
di Vasilij Grossman (1970)

Davanti ad una Ferrari varie persone osservano, rispecchiando le proprie personalità del momento, e considerano: colore (pittore), linea (designer e scultore), motore (tecnico), possibile acquisto (imprenditore), ingiustizia e furto sociale (precario e disoccupato), velocità (sportivo), bella donna o uomo seduti dentro (sex addicted), ...
Un poco come nel film Rashomon di A.Kurosawa dove vengono portate tante versioni diverse di un fatto quante sono le persone chiamate a testimoniare.
La visione di ciò che appare è temporanea e strettamente collegata alla "passione" del momento, alle potenzialità e alla formazione culturale e sentimentale.
Sono la somma momentanea delle "passioni" che influenzano i ruoli in cui in cui ci si cala nei vari momenti della giornata.
Tante persone in una che si differenziano nel corso del tempo anche in dipendenza dell'Altro con cui ci si relaziona.

Questo mi fa venire in mente il libro e il film Il tè nel deserto (P.Bowles, B.Bertolucci) in cui la perdita di una persona cara determina la morte di una parte di chi resta privo del ruolo relazionale vissuto fino a quel momento e si ritrova a dovere elaborare anche il lutto di un sé che non può più esistere.


Uno dei vari me è diverso dal me dell'anno in cui ero preso da una certa passione per qualcuno o qualcosa e diverso dal me di ora ma in un altro ruolo (famiglia, amici, tempo libero...).
Posso considerare la mia vita come frutto del caso che ha proposto situazioni che, per una questione di probabilità, avrebbero potuto essere completamente diverse un attimo prima, un attimo dopo per me o, nello stesso momento, per un altro me stesso calato in un ruolo diverso.
Si potrebbe fare riferimento a Destino cieco di K.Kieslowsky o a Sliding doors di P.Howitt.