ROMA IN CUCINA
SUPPLI' AL TELEFONO (dal francese Surprise = sorpresa)
Sibilla Aleramo, in Diario di una donna, racconta che Joyce e famiglia, intcontrati a Parigi nel 1927, ricordavano con estremo piacere le "rosticcerie" ed i "supplì di riso" del periodo romano quando per un anno lui aveva lavorato in banca, ventidue anni prima.
Nelle pizzerie ed osterie-trattorie romane si leggeva "supplì al telefono". In via di S.Andrea alle fratte c'era il "Supplittaro" che armeggiava con un enorme padella di olio bollente nella quale doravano queste squisitezze.
Ora vengono proposte tra gli antipasti nei vari locali romani.
Il segreto dei supplì sta innanzi tutto nel fare un buon risotto con sugo di pomodoro, rigaglie e fegatini di pollo, poi è importante che il riso resti cotto ben "al dente" perché poi subirà una ulteriore cottura nell'olio. Un avolta raffreddato, si mette nell'incavo della mano del riso con al centro due pezzi di mozzarella/provatura e, dopo averlo richiuso a forma di uovo, si rotola nella farina, nell'uovo sbattuto e nel pangrattato. Friggere in abbonante olio fino a che risultino ben dorati.
I supplì si dicono al telefono perché quando ne mordi una parte la mozzarella forma un filo tra la bocca ed il resto del supplì.
Si dicono al telefono perché quando ne mordi una parte la mozzarella forma un filo bianco tra la bocca ed il resto del supplì.
ricetta di Carnacina messa in versi romaneschi da Alfredo Bargagli.