"Quando
Strum beveva il tè pensndo al lavoro e bofonchiando in preda alla
malinconia, Ljudmila guardava gli occhi che aveva baciato, i ricci
che si era passata tra le dita, le labbra che l'avevano sfiorata, le
ciglia, le soprecciglia, le mani dalle dita minute e deboli a cui
aveva tagliato le unghie dicendo: "Sciattone mio...".
Sapeva
tutto di lui: che prima di dormire leggeva libri per bembini, e quali
smorfie faceva quando si metteva in ghingheri per una relazione
sull'emissione di neutroni. Sapeva che gli piaceva il borsc
all'ucraina, con i fagioli, e che si lamentava nel sonno, rigirandosi
nel letto. Sapeva che il tacco della scarpa sinistra gli si consumava
prima del destro e che sporcava sempre i polsini delle camicie;
sapeva che gli piaceva dormire con due guanciali; sapeva della sua
segreta paura di attraversare le piazze, conosceva l'odore della sua
pelle e la forma dei buchi sui suoi calzini. Sapeva cosa canticchiava
quando aveva fame ed era ora di pranzo, e sapeva com'erano fatte le
unghie dei suoi alluci; sapeva come lo chiamava la madre da piccolo,
a due anni; sapeva che quando camminava trascinava i piedi; sapeva il
nome dei ragazzini con cui aveva fatto a botte alle elementari."
da
Vita e
destino
di
Vasilij
Grossman
Adelphi 2011
Scrivere come di-svelamento di quanto, non percepito, è sotto gli occhi di tutti.
Un
affetto, fatto di attenzione e di attenzioni per la persona che sta
accanto, viene suggerito attraverso parole semplici che descrivono
banali atti del vivere quotidiano.
L'
avere osservato tutto dell'altro,
l'averne ascoltato con interesse
i ricordi, l'averne accettato i difetti, l'avere sorriso
di fronte ad espressioni o atteggiamenti infantili, la tenerezza
in piccoli gesti
d'affetto, l'avere capito le preferenze ed avere assecondato.
Scrivere
come trasposizione sulla pagina delle proprie e delle altrui
emozioni vissute per empatia, rifuggendo da quelle
forme di estetismo vuoto in cui prevale la predilezione per la
bellezza o la musicalità delle parole. Uno sgrardo che scava
le sedimentazioni emozionali stratificatesi nell'anima al contatto
con la vita.
Grossman (Vasilij Semënovic),
scrittore ucraino (Berdicev, Ucraina, 1905 - Mosca 1964). Dopo una
serie di novelle e racconti giovanili, cominciò a pubblicare nel
1937, a puntate su una rivista, la sua prima opera di grande respiro,
il romanzo Stepan Kolcugin, dedicato alla nascita del movimento
bolscevico e alla prima guerra mondiale, abbandonandone la stesura
nel 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale. Dalle sue
esperienze di inviato speciale al fronte trasse numerosi racconti e
articoli, raccolti in volume nel 1946 con il titolo Gli anni della
guerra, nonché il romanzo Il popolo è immortale (1943), che
racconta dell'eroica
resistenza e abnegazione dei civili sovietici durante l'avanzata tedesca. Alla guerra è
dedicato anche il romanzo seguente, Per una giusta causa, la cui prima parte, apparsa nel 1952, suscitò polemiche tanto aspre che l'autore fu costretto a
sospenderne la pubblicazione; due anni dopo gli stessi capitoli vennero presentati con ampie correzioni, tendenti a ricondurre l'opera ai toni trionfalistici della letteratura di guerra più ufficiale, ma il seguito non venne pubblicato. Caduto in disgrazia, Grossman continuò a scrivere nei suoi ultimi anni in una condizione di totale ostracismo; di questo periodo sono le sue opere maggiori: il romanzo Tutto scorre, composto tra il 1955 e il 1963 e pubblicato per la prima volta in Francia nel 1970, in cui viene dato un quadro amaro e polemico dell'URSS del dopoguerra; e la continuazione ideale di Per una giusta causa, l'ampio romanzo La vita e il destino, che, edito in Svizzera nel 1980, è stato giudicato dalla critica occidentale il capolavoro della narrativa di guerra sovietica.
resistenza e abnegazione dei civili sovietici durante l'avanzata tedesca. Alla guerra è
dedicato anche il romanzo seguente, Per una giusta causa, la cui prima parte, apparsa nel 1952, suscitò polemiche tanto aspre che l'autore fu costretto a
sospenderne la pubblicazione; due anni dopo gli stessi capitoli vennero presentati con ampie correzioni, tendenti a ricondurre l'opera ai toni trionfalistici della letteratura di guerra più ufficiale, ma il seguito non venne pubblicato. Caduto in disgrazia, Grossman continuò a scrivere nei suoi ultimi anni in una condizione di totale ostracismo; di questo periodo sono le sue opere maggiori: il romanzo Tutto scorre, composto tra il 1955 e il 1963 e pubblicato per la prima volta in Francia nel 1970, in cui viene dato un quadro amaro e polemico dell'URSS del dopoguerra; e la continuazione ideale di Per una giusta causa, l'ampio romanzo La vita e il destino, che, edito in Svizzera nel 1980, è stato giudicato dalla critica occidentale il capolavoro della narrativa di guerra sovietica.
(da Rizzoli Larousse 2000)