Persecuzioni:
l'Altro negato nei lager
Il
maggiore Ersov conosceva la vita del lager, vedeva quanto fossero
forti la corruzione, la paura, la brama di riempirsi le budella; e
vedeva che molti erano pronti a barattare la camicia dì ordinanza
con il capotto azzurro e le mostrine di Vlasov. Vedeva
l'abbattimento, la piaggeria, la malafede e la rassegazione, vedeva
l'orrore in risposta all'orrore, vedeva come tutti restavano
paralizzati di fronte al distintivo di un Sicherheitsdienst. [...]
Gli disse della fame di certi conoscenti al villaggio che erano
morti, di vecchie che avevano perso il senno e di bambini più
leggeri di una balalajka o di un pollo. Gli disse delle urla degli
affamati, giorno e notte, di izbe sbarrate e finestre cieche.Disse al
figlio dei cinqanta giorni di viaggio, in inverno, in un carro
bestiame con il tetto sfondato, di morti rimasti per giorni insieme
ai vivi. Gli disse di quanto avevano camminato e delle donne con i
bambini in braccio. Anche sua madre, malata, aveva dovuto camminare ,
trascinandosi avaanti con la febbre e la mente annebbiata. Gli disse
di quando li avevano portati nel bosco, in inverno, senza una baracca
né una capanna, e di come avevano iniziato una nuova vita accendendo
falò, dormendo su giacigli di rami dì abete, sciogliendo la neve
per berla, seppellendo i morti... "Così ha voluto Stalin"
concluse il padre
da
Vita e destino
di
Vasilij Grossman
Adelphi
2011
Il
lager come luogo di persecuzione durante il nazismo, lo stalinismo o
in ogni altro momento della storia e del presente in cui delle
minoranze vedono la vita divenire un inferno. Primo
di una serie dedicata alle persecuzioni di ogni epoca e luogo nei
confronti di ogni Altro negato.
Il lavoro sul video parte dalle foto scattate ad un monumento di Cuneo di cui ho scritto in un post precedente.