Le
banche non prestavano soldi ai poveracci anche allora
LA
CASSA DE SCONTO
Dar Popolo pe annà a li
Du' Mascelli
Su
la Piazza de Spaggna a mmano manca
In
fonno a la Piazzetta Miggnanelli,
Ve
viè de petto una facciata bbianca.
Tutti
indorati, sce sta scritto: Bbanca
Romana.
Ebbè, ccurrete, poverelli,
Ché
de prìffete llì nnun ce n'amanca.
Sta bbanca inzomma è una
scuperta nova
Pe
ddispenzà cquadrini a cchi li chiede
In
qualunque bbisoggno s'aritrova.
Sortanto sc'è cche sta
Bbanca Romana,
Com'ha
ddetto quarcuno che cciaggnéde,
Capissce
poco la lingua itajjana.
1
dicembre 1834
Giuseppe
Gioachino Belli, Sonetti
Dai
versi in romanesco alla prosa in italiano
LA
CASSA DI SCONTO
Dal
Popolo per andare ai Due Macelli sulla Piazza di Spagna a sinistra in
fondo alla Piazzetta Mignanelli, vi viene di petto una facciata
bianca. Lì, a lettere più grandi di fuochi d'artificio tutti
dorati, ci sta scritto: Banca Romana. Ebbene, correte, poverelli,
perché di denaro lì non ne manca. Questa banca insomma è una
scoperta nuova per dispensare quattrini a chi li chiede in qualunque
bisogno si trova. Soltanto c'è che questa Banca Romana, come ha
detto qualcuno che ci andò, capisce solo la lingua italiana.
La
banca come forma di usura legalizzata che lucra sui risparmi dei
piccoli per prestare solo ai ricchi che, spesso, sono propri
azionisti cointeressati ai quali non si chiede alcuna garanzia.